sabato 21 aprile 2012

Il macellaio.



Nella piccola cittadina ad ex vocazione balneare, ormai travolta dalla malinconia, si preparavano le elezioni amministrative. La campagna elettorale stava entrando nel vivo.
I contendenti contendevano a colpi di slogan.
C'era chi dichiarava spudoratamente il suo appassionato amore per la città sognando di schiantarla definitivamente, chi voleva camminare insieme con chiunque avesse dei piedi disposti a seguirlo ovunque pur non sapendo minimamente quale direzione prendere, chi voleva cambiare tutto, ringiovanire il Consiglio Comunale presentando una lista dove la media età era intorno ai settant'anni.
E poi c'era il macellaio.
Aveva il figlio in lizza da qualche parte, dove non lo sapeva nemmeno lui ma caldeggiava, incitava al voto per il figliol prodigo. Voleva assolutamente che venisse eletto così, sperava, finalmente, una volta entrato ufficialmente in politica, sarebbe diventato carnivoro. Lui, uomo da sempre dedito alle carni, avrebbe preferito persino un figlio gay, negro ed ebreo piuttosto che un vegetariano come era il suo bambino. Così, coltivando questa speranza, andava proponendo a tutti i suoi abituali clienti, in cambio di un voto di preferenza, 100 Euro da scegliere tra vari tagli di pregio. Filetto, lombata, sottofiletto, carrè. E poi salsicce, petti di pollo e di tacchino. E ancora arrosti, cotechini, trippe, cotenne, lingue, cervella e balle di toro. La notizia volò di bocca in bocca, in un periodo che prevedeva una prossima, probabile grande fame non fu difficile. Tutti si precipitarono alla macelleria ed accettarono lo scambio, una promessa contro della ottima carne da cuocere su fornelli, nei forni, nelle pignatte e su gigantesche grigliate. Nelle vie del centro cominciò a scorrere un fiume di sangue proveniente dalla macelleria sottoposta ad un enorme lavoro di macellazione a causa dell'esorbitante richiesta. La coda dal negozio giungeva ormai al capoluogo di Provincia e molti, saputa la notizia, si finsero elettori, pur appartenendo ad altri Comuni. Da lì il passo fu breve, in un attimo l'intera popolazione nazionale si riversò nella cittadina promettendo il voto al figlio del macellaio. Gli stabilimenti balneari stravolti da tanta improvvisa, insperata presenza aprirono in anticipo la stagione allineando sdraio, lettini ed ombrelloni sebbene il tempo non fosse favorevole. A nessuno, però, interessavano i bagni di mare, ne le spiagge, tanto meno gli aperitivi della Cantinetta. Tutti volevano la carne urlando fedeltà a vita al figlio del macellaio. Alla fine dovette intervenire l'Esercito a contrastare l'altro esercito di affamati. Partirono anche quelli dell'Arma per Arma, ma sbagliarono strada e non arrivarono mai. Ci furono tafferugli, incendi di cassonetti strapieni di carcasse di ogni sorta di animale, barricate.
Alla fine il macellaio si arrese, dichiarò fallimento e morì di crepacuore. La gente, delusa, tornò a casa portando con se le ultime fette di prosciutto crudo.
Il figlio non fu eletto e, per la rabbia, rinnegò il padre.
Ancora oggi, quando va a trovarlo al cimitero, porta sempre con se una bella, voluminosa insalata mista.

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