Rotola un barattolo lungo la via spinto dal vento. Un gatto blu attraversa lentamente la strada. Un uomo si avvicina stretto in un impermeabile nero, si ferma, rapido apre l'impermeabile, lo lascia cadere a terra, rimane nudo e, urlando "io sono mio!", comincia a correre. Ha il culo bianco, lattiginoso. Una via lattea in decomposizione. Dalle finestre affacciate sulla notte la luce intermittente delle televisioni, il fruscio dei pc, il frastuono del nulla. Un predicatore, seduto su di una panca alla fermata, aspetta un tram chiamato desiderio. Formalmente nulla da eccepire, peccato che le rotaie, da queste parti, le abbiano tolte da un pezzo. Appoggiata ad un lampione spento la vecchia puttana in saldo offre se stessa. Inutilmente, al buio non la vedrà mai nessuno. All'incrocio dei mille semafori qualcuno ha ormeggiato una barca, un'altro una scatola con dentro il mare. Al bar dell'angolo il solito gruppo di beoni ottusi teorizza sui retti. Pitagora, l'anziano barista, da tempo non li sopporta più. Dal vicino forno odore di pane, focaccia, cornetti. L'aurora è lontana, l'alba chissà dov'è.
E' notte. Le stelle sono tante, milioni di milioni.
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