Anno 1966, sabato sera.
Da una enorme scatola magica, dotata di alcune misteriose manopole, qualche valvola, un trasformatore ed uno schermo nero, issata, qualche giorno prima, da braccia decisamente robuste su di un altissimo carrello, fuoriuscivano il mezzobusto, poi il primo piano del testone appeso ad un collo taurino con vene gonfie all'inverosimile quasi sul punto di esplodere, di Claudio Villa. L'ugola potente sparava Granada, mettendo a dura prova le mie orecchie ed il modesto altoparlante di cui era dotato il cassone. Venne il momento del finale, il Reuccio, così lo chiamava mia nonna, inspirò profondamente, protese il petto in fuori, caricò il diaframma e sparò un acuto terrificante. A me si rizzarono i capelli, a mio zio volò via il parrucchino, ad un vicino, ospite in quanto non ancora possessore di quella cosa che presto sarebbe diventata il nuovo focolare di tutti gli italiani, schizzò la dentiera. L'acuto durò parecchio e, nel momento del massimo sforzo, al Reuccio, l'inquadratura fissa era ora a tutta figura, saltò la patta dei pantaloni ed un cazzo enorme, in possente erezione, si manifestò improvviso bucando, come si dice in gergo televisivo, lo schermo. Il pubblico presente in sala, prima inorridì poi scoppiò in un entusiastica ovazione. Gigliola Cinquetti, urlando" non ho l'età ma fa lo stesso!" si tuffò, novella Weissmuller, cercando di impossessarsi del magnifico, Sandie Shaw, detta la cantante scalza, intonando " Lo vuole lui, lo vuole lei." scivolò rapidamente sui piedi scalzi, finendo in ginocchio davanti al Reuccio nascondendo così, con la sua capigliatura bionda, e chissà che altro, il corpo del reato. In scena entrò Pappagone, ovvero Peppino De Filippo, disse " ecque qua!" e la trasmissione si interruppe. Mio zio, piuttosto eccitato, colto da leggera ira, prese a colpire la scatola con pugni terrificanti e, non si è mai saputo se per merito suo, l'immagine in bianco e nero tornò. I cantanti si tenevano per mano, alcuni visibilmente tesi, altri sorridenti ed il presentatore proclamò il vincitore di quella Scala Reale. Vinse la gara canora, stracciando tutti, Claudio Villa.
La giuria, si seppe dopo, era composta in prevalenza da donne, quasi tutte casalinghe, disilluse quanto basta ma ancora in grado di capire bene cosa conta, veramente, nella vita.
Nessun commento:
Posta un commento