L'uomo meraviglioso si sedette a capo della tavola e, portandosi l'indice della mano destra alle labbra, chiese a tutti di fare silenzio. Nell'immenso salone da pranzo, attiguo a quello delle feste, non volò nemmeno più una mosca. I centododici invitati, sconosciuti tra loro, deposero quanto avevano in mano, chi un bicchiere di cristallo, chi una posata d'oro, chi una coscia di pollo, chi un seno della vicina. Quelli che avevano in bocca qualcosa masticarono e deglutirono in fretta. Solo la signora cinquantenne maggiorata seduta, come da segnaposto marchiato a fuoco sulla schiena di ogni invitato, da un impeccabile maggiordomo, poco prima di venire accompagnato alla rispettiva seggiola da un personale cameriere, ebbe qualche difficoltà a causa delle dimensioni enormi del pene che stava gustando, appartenente ad un attore porno in piena attività che la fortuna le aveva posto al fianco. Quando riuscì, con sforzo bestiale, a serrare le mascelle, lo stallone evirato prese a zampillare sangue come un idrante ma, incrociando gli occhi severi dell'uomo meraviglioso, riuscì a trattenere il dolore e si accasciò senza nemmeno un urlo. Accorsero, su ieratico segnale del padrone di casa, alcuni inservienti con una carriola sulla quale caricarono l'infortunato trasportandolo velocemente via. Dalla panchina delle riserve, posta in fondo al salone, si alzò un nano in smoking, che, dopo aver fatto alcuni esercizi di riscaldamento, prese il posto appena lasciato libero dal titolare. Il maggiordomo fece la conta per accertarsi che tutti i posti fossero nuovamente occupati. Quando ebbe finito fece un segnale di OK all'arbitro che mise il fischietto in bocca e decretò la ripresa del pranzo. L'uomo meraviglioso alzò una mano, due vallette, completamente nude e ben fornite, vennero fluttuanti e leggere e lo aiutarono ad alzarsi dall'immenso trono su cui era accomodato. Ad un secondo segnale della mano le vestali sparirono. L'uomo meraviglioso era altissimo, bellissimo, con capelli lunghi corvini su spalle titaniche ed occhi di brace luminosi e penetranti. Si chinò in avanti arrivando col capo quasi nel mezzo della lunghissima tavola e ruotando il viso da una parte e dall'altra cercò qualcuno. Il suo sguardo, terribilmente affascinante, si fermò su di un Cardinale di rosso vestito. L'alto prelato, intimorito, fece un timido sorriso e allungò la mano di bianco guantata con l'anello al dito. L'uomo meraviglioso sfilò il prezioso rubino e, dopo essersi calato i pantaloni suscitando cori d'ammirazione nelle signore presenti, se l'infilò nel culo. Poi schioccò la lingua. Un attimo dopo un plotone d'esecuzione, armato con moschetto modello '15/'18, prelevò il Cardinale e lo passò alla baionetta. Il tutto si svolse nel silenzio più assoluto all'interno della stanza della musica. Si udirono solo alcuni urletti quasi di piacere che fecero capire bene le tendenze sessuali del giustiziato. Poi il pranzo riprese e tutti si misero in moto. Nella grande stanza partì un gran vorticar di mandibole, di denti che azzannavano, gole che ingoiavano, succhi gastrici che fermentavano. Passarono due ore e allo scoccare del centoventesimo minuto due Masai fecero il loro ingresso trasportando un enorme gong. L'uomo meraviglioso prese la mazza in mano e picchiò fortissimo. Poi, rivolgendosi ai commensali, battè le mani e tutti si alzarono dirigendosi, uno ad uno, alla cassa per saldare il conto. Anche per quest'anno il Pranzo di Natale, offerto dal Governo ai poveri, era concluso.
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