domenica 12 dicembre 2010

Mondo difficile.

Gli piacevano talmente i gatti che decise di mangiarne uno. La crisi economica nella quale si dibatteva il Paese gli aveva portato via tutto. Il lavoro, la moglie, i figli, la casa, la macchina, persino la raccolta completa di Diabolik. Il pignoratore non aveva avuto pietà e solo per poca attenzione gli aveva lasciato l'intera collezione di Urania. Da allora erano trascorsi due mesi e lui ne aveva bruciato già più della metà nella stufa per riscaldarsi un po'. Senza quasi accorgersene era scivolato nell'indigenza più assoluta ed aveva ricevuto dal Governo l'attestato di " Nuovo Povero " su carta pergamena con, a margine, i complimenti del Ministro dell'Economia. Ne fu contento. In fondo, pensò, ancora qualcuno mi considera qualcosa. In attesa che venissero a buttarlo fuori di casa, aveva fabbricato alcune bombe carta utilizzando una ventina di volumi di una vecchia enciclopedia del Fai da Te ritrovata nella soffitta, dei chiodi arrugginiti, alcuni calzini bucati e della polvere da sparo recuperata da una scatola di munizioni lasciategli in eredità, insieme ad una Statua della Libertà che faceva il segno del dito medio alzato in pugno chiuso, da un suo zio anarchico, emigrato negli Stati Uniti negli anni trenta del secolo scorso, con l'idea di disunirli. Naturalmente non c'era riuscito. Alla fine aveva abbandonato il progetto a favore di una pizzeria che aveva aperto a Little Italy e che poco dopo era saltata in aria con lui dentro che impastava la pizza. Dello zio gli erano rimaste solo quelle due cose, più una foto ingiallita che lo ritraeva nel porto di New York mentre sbarcava da una motonave ripreso dal di dietro, con i calzoni abbassati ed il culo peloso nudo. Quando suonarono al campanello lui non se ne rese conto. Il giorno prima l'Azienda Elettrica aveva provveduto, senza avvisarlo, a staccare la corrente. Chi stava dall'altra parte dell'uscio ripetè l'operazione più volte non ottenendo risposta. Allora un inserviente dell'Ufficio Giudiziario che accompagnava l'Ufficiale alzò l'ascia che aveva con se ed iniziò a colpire con veemenza la porta. Lui era sul balcone che bagnava l'ultimo geranio rimasto con l'ultima goccia d'acqua che era uscita dal rubinetto e quando udì il trambusto si diresse verso l'entrata dell'appartamento. Appena pose la mano sulla maniglia la lama trapassò la porta e gli si conficcò diritta nel centro del cranio, aprendolo in due. La cosa buffa fu che il parrucchino di capelli finti rosso sbiadito che indossava si divise, anch'esso, in modo perfetto tra le due parti senza rovinarsi nemmeno un poco. L'ufficiale Giudiziario fece abbattere definitivamente la porta e lui finì schiacciato sotto. Il drappello di squali gli passò sopra senza nemmeno notarlo. Poi, visto che non c'era nessuno, se ne andarono mettendo i sigilli sul telaio. Un attimo prima di uscire, uno del gruppo, notò un gatto leggermente spelacchiato, avvolto in carta da forno, legato vicino alla stufa. Lo prese con se. L'animale fece le fusa pensando di essersela cavata. Purtroppo colui che l'aveva salvato aveva un contratto in scadenza di lì a pochi giorni e non gli sarebbe stato più rinnovato. Tra poco avrebbe perso il lavoro, la moglie, i figli, la casa, la macchina e persino l'intera raccolta di Novella 2000. Anche a lui piacevano molto i gatti.
  

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