giovedì 3 marzo 2011

Ugo.

  Ugo, da sempre iscritto nelle liste di immobilità, ha fatto suo il motto di Flaiano " Mi spezzo ma non m'impiego!".
Appoggiato ad una colonna di libri mai letti di filosofia tracanna la sua spremuta d'arancia. La beve ogni mattina perchè gli piace il colore e l'idea che un po' di vitamina C non guasti. In fondo, da anni, grazie a tutte quelle arance spremute nello spremiagrumi elettrico, l'unico oggetto rimastogli della lista dei regali di nozze, delle quali non ricorda la data, ne chi le condivise, viene regolarmente colpito da sindrome influenzale con picchi di temperatura elevati e fastidiose occlusioni delle vie respiratorie. Con un fazzolettino di carta appiccicato al naso che cola guarda fuori. Al di la del vetro, la cui trasparenza è offuscata da un paio di tracce d'escremento di gabbiano, si intravede il mare. Calmo, fermo, piatto. Un infinito silenzio disturbato dal vociare delle mamme che portano i bimbi a scuola, buttandoli giù da enormi SUV con il paracadute. Poi i motori ruggiscono, le gomme sgommano, i clacson salutano, la piazza si svuota. Il mare no. Sempre là, bello pieno d'acqua salata, oltre la cacca giallastra dei gabbiani. Dedica un pensiero a tutti i pesci di ogni oceano, in particolare ai branzini d'Orbetello che gli piacciono tanto. Li immagina nuotare felici o forse tristi, annoiati da tanta umidità. Una vita sospesa tra l'acqua e il fuoco, dalle correnti alle padelle. Pensa all'Uomo e il mare, ad Hemingway. Battute di caccia e bottiglie di Gin.
Crede ancora in Dio ma sa che l'Onnipotente non crede più in lui. Non se ne preoccupa, che pensi quel che vuole, tanto cosa cambia?
Ecco stai spuntando timido sole. Fai bene. Esci, Fatti sentire. Da tempo fa troppo freddo, ora c'è bisogno dei tuoi caldi raggi. Scaldami le ossa prima che invecchi. Ormai ho mille rughe sulla pelle e un centinaio di ferite nel cuore. Non credo nei trapianti semmai nei sogni. Io sogno, spesso. E tu?

3 commenti: