Il giorno di Natale per Mario, cassaintegrato, separato, con tre
figli a carico ed un mutuo impossibile sulle spalle, sarà un giorno come tutti
gli altri dell’anno appena trascorso: un giorno di merda.
Certo, grazie ai cinesi, riuscirà comunque a regalare qualcosa ai
suoi figli, nipoti e parenti prossimi e, scandagliando le offerte nei Discount,
avrà anche il tradizionale pranzo della vigilia di Natale anche se il
panettone, una volta aperto, sprigionerà un leggero odore di muffa.
In un angolo della sua piccola casa, da tempo assediata dalle
banche, metterà l’albero di plastica con le palline colorate. Le luci no, per
risparmiare sulla bolletta già troppo cara.
Poi farà un giro veloce di telefonate per augurare, a chi ancora
si ricorda di lui, le Buone Feste.
Sotto l’albero metterà l’unico pacchetto regalo che lui stesso si
sarà fatto.
Sarà molto bello, di carta multicolore stampata con renne, abeti e
Babbi Natale. Il fiocco, che lo sormonterà, d’oro ed enorme.
Lo aprirà nella notte di Natale, da solo perché i suoi figli
passeranno la vigilia in compagnia della sua bellissima ex moglie che, da
qualche tempo, si è rifatta una vita scegliendo, questa volta, un farmacista.
Non per amore, ma per dare, una volta per tutte, un calcio definitivo alle
difficoltà economiche.
Aprendolo, facendo finta di non sapere cosa contenga, si mostrerà
felicemente sorpreso, contento. Poi, trascinandosi dietro il suo utilissimo
regalo, cercherà una bella trave, la più solida tra quelle che reggono il
tetto, e, a cavallo di questa, lo farà penzolare, non prima di averci fatto un
bel cappio ed averlo ricoperto di filo argentato. Poi infilerà la testa,
stringerà il nodo scorsoio abbellito da nastrini rossi, darà un calcio allo
sgabello, precedentemente coperto di muschio avanzato dal presepe, e si lascerà
cadere.
Morendo, forse proverà dolore, ma mai quanto ne abbia provato in
vita.
Finalmente, alla fine di tutto, dondolerà leggero sognando la luce
gialla di una stella cometa.
In lontananza, dalla finestra socchiusa sul mondo, l’insegna a caratteri
cubitali, illuminati al neon, della fabbrica che gli ha rubato la vita.
Nessun commento:
Posta un commento