mercoledì 26 gennaio 2011

Arma letale.

Pizzaballa

 "L'età non conta!" recitava lo slogan a caratteri cubitali sulla locandina, affissa un po' ovunque, che annunciava le annuali Olimpiadi Invernali Geriatriche organizzate dall'amministrazione della piccola cittadina affacciata sul mare, ai primi del mese di Novembre per la Settimana dei Defunti, sulle cui spiagge giocarono bimbetti Cochi e Renato e che Alberto Sordi citò, in una sua pellicola degli anni '70, con la famosa battuta " Ad A. ci mando i miei operai!". Il programma prevedeva svariate discipline tra le quali spiccavano la corsa coi sacchi usurati, la gara a chi riusciva ad ingurgitare più camomilla, quella a chi lo ritrovava prima, esclusivamente per i signori uomini, la staffetta 4x3 metri con bombola di ossigeno per testimone, il lancio della dentiera, il palio dei matusalemme, la costruzione nel minor tempo di una bara in mogano completa di accessori. Su quest'ultima veniva concessa la possibilità di giocarsi il Jolly, normalmente un addetto alle pompe funebri locali già Maestro d'Ascia, che guidava e consigliava gli anziani novelli falegnami suggerendo loro come realizzare al meglio l'opera. L'annuncio, come ogni Autunno, aveva portato uno stato di frizzante eccitazione nella comunità di svernanti. Tutti si preparavano alla disfida con un impegno ed un impeto che ricordava la furia di Tomba quando stracciava gli slalom sulle piste degli eterni ghiacciai. Alcuni vecchissimi atleti giungevano in città appositamente per partecipare. Tra questi spiccava ogni anno il noto portiere dell'Atalanta Pier Luigi Pizzaballa del quale si sapeva la presenza certa ma nessuno riusciva mai a vederlo, ne a trovarlo. Desaparecido come ai tempi dell'album Panini della stagione calcistica '63/'64 dove la sua figurina fu causa di disperazione, frustrazione e traumi futuri per migliaia di bambini dell'epoca e ancora oggi viene ricercata con maniacale pervicacia dai pochi collezionisti sopravissuti. Il primo di Novembre centinaia di vecchietti si radunarono sulla spiaggia grande indossando la divisa d'ordinanza costituita da mutandoni e canottiera manica lunga in lana tipo ruvido, ciabatte di feltro imbottite, papalina con pon pon bianca, bastone d'appoggio recante il numero d'iscrizione scolpito a mano, razione K a base di medicinali assortiti. Dalla solita panchina con annesso antico fisarmonicista dagli occhi e barbetta diavoleschi del quale nessuno sapeva l'età, ma pare che già i Romani quando costruirono l'Antica Aurelia ne avessero conoscenza, partirono le struggenti note dell'Inno di Apertura dei Giochi. Ci fu l'accensione del braciere Olimpico da parte di un dipendente del gas e, subito dopo, l'alzabandiera a cura dell'Assessore ai Servizi Sociali. La prima gara in programma era la staffetta 4x3 con bombola d'ossigeno. I partecipanti, trentadue arzilli vecchietti mischiati per sesso, si disposero in file di quattro sulle otto corsie dell'anello di sabbia che risultava piuttosto mossa a causa di un forte vento di Maestrale proveniente dall'odiata Terra di Francia. Il Sindaco, visibilmente commosso da tanta convinta partecipazione, alzò la pistola automatica da starter accincendosi a dare il via alla corsa. Purtroppo vi furono due contrattempi. Una violenta folata di vento gli riempi gli occhi di rena e la pistola risultò poi essere un Kalashnikov a sparo tracciante. L'improvvido Primo Cittadino, a causa dell'improvvisa cecità, alzò il braccio ad altezza d'uomo e premette il grilletto. La raffica che ne seguì venne accolta dal pubblico con sonori applausi e grida di giubilo ritenendola erroneamente un anticipo dei fuochi pirotecnici in programma per la sera quando ci sarebbe stato l'atteso Party della Minestrina. Quando la nuvola dei gas di scarico e la luce dei traccianti dell'arma si diradò tutti si accorsero di quanto accaduto. I trentadue baldi concorrenti risultavano distesi sulla sabbia, alcuni colti in pose non consone, tinta di rosso. Le ambulanze della Croce Verde accorsero a sirene spiegate. I militi raccolsero i cadaveri. Fortunatamente la gara di costruzione delle bare si era appena conclusa. I Giochi vennero dichiarati chiusi per lutto cittadino e non furono mai più organizzati. L'Amministrazione offrì un gelato di creme alla soia a tutti e venne riconfermata in blocco alle elezioni successive. Il fisarmonicista è ancora là, continua a suonare sbirciando da sotto gli occhiali scuri le turiste passare ed è l'ultimo custode di questa storia. Così si dice anche se nessuno lo ha mai sentito parlare.

1 commento:

  1. TRAGICOMICA.....l'ennesima dimostrazione del tuo talento e della tua' creativita'....GRANDE SIGNOR MINGUZZI!!!

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