Tutto andava bene. Le donne sole erano un po' meno sole. Gli amici lo invidiavano. I suoi racconti li arrapavano. Lui li irrideva con bonarietà, definendosi nuovo don Giovanni, brillante eroe in un mondo di uomini spenti.
Finchè, per la prima volta, si invaghì di una donna sposata. Si chiamava Marianna ed era la moglie di Goffredo il titolare della rinomata Macelleria Goffredi, da sempre la più gettonata nella città, nota a tutti come la boutique della carne. L'uomo era famoso per l'abilità con cui disossava un qualsiasi animale nonchè per la velocità e la precisione con cui ne tagliava abilmente le carni. Altresì noto per la sua idiosincrasia avverso le parole e per una peluria eccessiva sulla schiena, da sempre, era soprannominato l'Orso. Attilio parlò con gli amici di questa sua nuova passione e della volontà di coglierla. Questi lo sconsigliarono ritenendo l'Orso particolarmente pericoloso. " Ok " disse Attilio " è alto quasi due metri, tutto muscoli e poco cervello ma, di lui, si dice che, in fondo, sia un buono. Pare che non s'incazzi nemmeno quando perde a scopone, figuriamoci per una partita scopa." Così dicendo, dopo aver salutato tutti con una strizzatina d'occhio, si allontanò sghignazzando. Nei giorni successivi corteggiò la signora Marianna con tutte le arti amatorie di cui disponeva finchè questa cedette alle lusinghe. Fissarono l'appuntamento amoroso la mattina successiva. Lei lo rassicurò. Il marito sarebbe uscito presto per aprire il negozio e non avrebbe fatto ritorno fino all'ora di pranzo. Attilio si appostò sotto casa del macellaio e quando lo vide attraversare la strada per salire in macchina, mettere in moto e partire verso l'insanguinata destinazione, si fregò le mani e corse a suonare il campanello. Una voce flautata lo invitò a salire sino all'ultimo piano. Quando l'ascensore si fermò e le porte si aprirono, lei era sull'uscio, seminuda, che lo aspettava. Appena dentro Marianna chiuse a doppia mandata e lo spinse in camera da letto. Dopo un attimo erano completamente avvolti nelle spire del piacere. Purtroppo durò poco. Goffredo stava per fare il suo rientro tra le mura domestiche avendo dimenticato la Settimana Enigmistica, comprata il giorno prima, di cui era accanito appassionato e con la quale ammazzava i tempi morti tra un cliente e l'altro. I due, travolti dalla passione, non si accorsero di niente. Non udirono la chiave che girava nella toppa, ne i pesanti passi dell'Orso. Questi, invece, fiutò qualcosa che non andava. Quando li sorprese avvinti tra le lenzuola da poco abbandonate, emise un grugnito che molti degli abitanti del quartiere ricordano ancora con terrore. Poi scese il silenzio. Poco dopo la moglie fece il giro del vicinato per scusarsi del disturbo causato, spiegando che il marito quando, insomma, se mi è concesso, godeva, si lasciava andare, a volte, a momenti di eccessiva espansione vocale e che avrebbe fatto in modo che ciò più non accadesse.
La rinomata Macelleria Goffredi, quella mattina, aprì leggermente in ritardo ma fece affari d'oro. I clienti, il giorno dopo, si complimentarono per l'ottima qualità della carne. Una anziana signora pretese di conoscerne la provenienza. Goffredo rispose che si trattava di razza rara. Per un po' sarebbe stato difficile riaverla ma presto, grazie all'abilità della sua signora nell'utilizzare Internet, probabilmente ne sarebbe giunto un'altro capo e, appena macellato, messo in vendita. L'anziana ne prenotò subito due fettine e volle pagarle in anticipo. L'Orso, dopo aver risolto un difficile rebus, alzò il telefono e fece il numero di casa. Dall'altro capo rispose la moglie. " Marianna, ciao. Datti da fare. I clienti premono."
Splatter avvincente! Fantastico Signor Minguzzi! Ti amo ma non mi tagliare!
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