" La vita è uno stato mentale. Già. Ma quando vivi in uno Stato mentalmente malato che vita è? " Questo pensiero gli girava da un po' di tempo nella testa ed ora davanti alla scritta " Crash in event of fire " posta in bella evidenza sulla teca trasparente, contenente un idrante e un estintore, appesa davanti ai suoi occhi, gli venne un'idea. " Ecco la soluzione." si disse " Rompere in caso d'incendio!" quasi urlò " Ma certo bisogna rompere, spaccare qualcosa per spegnere questo rogo terribile continuamente alimentato da tutta la volgarità che ci circonda." Parlando a mezza voce si avvicinò ad una signora che, nervosamente seduta nella sala d'aspetto, aspettava notizie di qualcuno entrato nel Pronto Soccorso. " Mi scusi, Signora. Vorrei domandarle se anche lei non percepisca una certa puzza di marcio in questo Paese, in quello che ascolta e vede ogni giorno, ad esempio, in televisione. Se, anche lei, provi un senso di nausea per via di tutto quel vociare assurdo in certi programmi, o anche per la sola, continuata, becera esposizione del corpo femminile ad uso e consumo di teleutenti guardoni e maniaci. Come può, signora, sopportare ore ed ore di talk show dove si dicono milioni di parole senza mai dire niente. Gentilmente le chiedo di dirmi se anche a lei, ogni tanto, non venga in mente di rompere quel vetro che la separa, ogni giorno un po' di più, dalla realtà delle cose, di ficcarci dentro un potente idrante e spegnere, una volta per tutte, il fuoco della stupidità?" La signora, sulle prime rimase sorpresa, poi si dichiarò concorde. Allora lui la prese per mano, l'aiutò ad alzarsi e le disse " Bene. Ora siamo in due. Vediamo se riusciamo a trovare qualcun'altro che abbia voglia di unirsi a noi." Tenendosi per mano si incamminarono verso un signore che stava seduto sulla panca di fronte intento a leggere un quotidiano e gli esposero la questione. L'uomo sorrise, ripiegò il giornale, prese la mano libera della signora e si unì agli altri due. Ora erano in tre e disponendosi in fila indiana si spostarono sull'altro lato della sala. Qui, in piedi appoggiati ad una parete, due ragazzi li osservavano. Quando il piccolo corteo gli fu di fronte ed il capofila pose la domanda, senza esitare anche loro si unirono. Dopo un'ora la fila era già lunghissima, formata da un centinaio di persone. Una di loro, una giovane infermiera, mostrava un cartello appeso ad un ombrello " Crash in event of fire! La vita è uno stato mentale e noi vogliamo che sia quello giusto!" Incredibilmente il corteo divenne nelle ore e nei giorni che seguirono sempre più numeroso, colorato, allegro. Dopo una settimana nessuno riusciva più a calcolarne con certezza l'entità. Ormai l'idea aveva superato i numeri ed ogni città del Paese era felicemente coinvolta da essa. Quando, il mese dopo, caddero Governo e vassallaggi vari il mondo applaudì e fece sua l'idea. Quella frase divenne il simbolo di altre pacifiche ribellioni in tutti i Paesi mentalmente malati. Da allora la volgarità, l'arroganza, la violenza, i Bravi ed i Don Rodrigo di ogni Terra vennero banditi, emarginati, dimenticati.
" La vita è uno stato mentale. Già, proprio vero."
" Crash in event of fire."
Così fantasticava, dopo aver letto quella scritta sulla teca del kit antincendio, osservando la signora che , seduta nella sala d'aspetto, nervosamente aspettava notizie di qualcuno, forse una amica o un parente ricoverato nel Pronto Soccorso.
" Crash in event of fire." Ripeteva continuamente dentro di se come fosse un mantra.
" Lo so, è solo un sogno, un'utopia. Però che bello sarebbe!" pensò, infine, sorridendo.
" Mi scusi Signora, permette?".
CHE BELLA/O, AMORE MIO.........BRAVO!!!
RispondiElimina