L’intellettuale scapigliato smise le Clarks ed optò per un parrucchino stile Riccioli d’oro. Poi scese in strada, passò all’edicola all’angolo, comprò una copia di Vogue e la infilò nella tasca destra della giacca di velluto a coste marron. Quando, a piedi nudi, fece il suo ingresso trionfale nel solito bar, per la funzione serale dell’aperitivo, nessuno notò le differenze. Solo il cieco lo vide e gli chiese di prestargli gli occhiali.
Il marinaio, appoggiato al banco, con un misuratore per la pressione arteriosa allacciato al braccio di rosa tatuato, si accorse di avere la massima esageratamente alta. Per prima cosa si lamentò con il barista dell’eccesso di sale nelle tartine, poi raccontò una barzelletta sconcia, infine decise di curarsi ordinando una bottiglia di Jack Daniels.
L’elettricista disse ad alta voce che avrebbe lasciato per sempre il suo mestiere piantandosi contemporaneamente un cacciavite a stella nella coscia destra. Lo zampillio osceno del sangue macchiò il soffitto, appena ridipinto d’azzurro, fornendo al critico d’arte sdraiato su di un tavolo l’occasione, da tempo attesa, di parlare a lungo del periodo Pop.
L’americano, un soggetto da sempre a stelle e strisce, si intromise urlando in inglese. Il suo intervento, lungo, approfondito ed infarcito di un numero imprecisato di You know, durò circa dieci secondi. Nessuno lo capì ma tutti dissero Yes.
La signora col cagnolino improvvisamente se ne trovò sprovvista e si disse che, in fondo, portarlo sempre sulla testa era piuttosto scomodo. A nulla servirono le indicazioni del cieco, i gesti del muto, l’origliare del sordo.
Il barista colto da crampi alla gamba sinistra cominciò a saltellare su quella destra. Tutti sapevano della sua smodata passione per il ballo ed applaudirono convinti.
Il tifoso del Milan comparve vestito da Inter a cavallo di una zebra trascinando un somaro. Comunicò a tutti di essere il nuovo padrone dei diritti televisivi sul calcio. Scattò, frenetica, la campagna abbonamenti. Tutti ebbero la carta prepagata Scai?, acronimo di Senza Calcio Avvamperesti Mai?, e ne furono contenti.
Un anziano cliente, colto da improvviso malore, cadde a terra stecchito stringendo con tutte le sue ultime forze un Martini Demy Sec. Qualcuno gettò a terra un’oliva.
Il venditore di macchine agricole giunse a bordo di una falciatrice ultimo modello e volle darne dimostrazione falciando le piante che graziosamente abbruttivano il piccolo dehor. Un vigile gli chiese se era in possesso di regolare permesso del Comune, lui rispose di avere, da sempre, la Wild Card.
Il nonno del bar si tolse la dentiera e la immerse, per puro divertimento, nel bicchiere colmo di spuma del cieco. Questi non se ne accorse perché guardava da un’altra parte e anche se avesse guardato nella direzione giusta nulla sarebbe cambiato.
Ad un certo punto il muto, dandogli di gomito, disse qualcosa al sordo ma questi fece orecchie da mercante. Il mercante, seduto poco più in là, si ritenne offeso. I riferimenti all’elefantiaca dimensione e forma dei suoi padiglioni auricolari lo irritavano da sempre, fin dai tempi delle scuole elementari dove era noto come Dumbo.
Infine arrivò, alla solita ora, il geometra. Posteggiò la sua auto quadrata sul marciapiede schiacciando un’intera famiglia di millepiedi che, ordinatamente, stava rincasando dopo una giornata trascorsa in spiaggia, gettò un rapidograph nel vicino cassonetto dell’immondizia, spalancò con un calcio la porta a vetri del bar stringendo tra i denti una Marlboro, sfoderò un enorme righello e, lanciando per aria coriandoli di carta millimetrata, compì una strage.
Per tutti fu la fine ed è alla fine che il senso delle cose si deve cercare.
troppo divertente signor Minguzzi....ho riso come una matta...e anche tu! bravissimo!!
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