sabato 19 maggio 2012

Il giorno delle bombole.

Sull'autobus viaggiavano assonnati e felici. Vi erano saliti poco prima, di buona mattina, per andare a scuola. Alla prima curva uno che occupava un posto nell'ultima fila, seguendo il naturale sbandamento del mezzo, si lasciò cadere sul sedile vicino dove stava seduta colei che segretamente amava. Lei non si scompose ma arrossì rapidamente. Alla seconda curva una ragazza di bell'aspetto si alzò in piedi e fece la migliore imitazione di campionessa di slalom speciale che si fosse mai vista. Alla terza curva gli unici fidanzati del gruppo si baciarono. Poi la strada divenne rettilinea e così proseguì fino a destinazione. Ogni tanto l'autobus si fermava per caricare qualcuno lungo la strada, nessuno scendeva. L'autista, un uomo bruno con un bel paio di baffi e la testa pelata, guidava sereno. Quando arrivarono a destinazione erano le sette di una bella mattina. Scesero disordinatamente facendo il naturale chiasso di chi è giovane e sa che ha tutta una vita davanti per smettere di far casino. I due fidanzati, rimasti avvinghiati per l'intero percorso, scesero per ultimi senza slacciarsi. Le ragazze, la maggioranza, si disposero in gruppo davanti al cancello raccontandosi i loro sogni, i pochi maschi si misero a discutere di calcio, i fidanzati si appartarono dietro ad un pilastro.
Ridevano tutti, felici di esser parte del mondo.
Ancora non sapevano che quello sarebbe stato il giorno delle bombole.

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