domenica 31 marzo 2013

Perfect day.

Il giorno perfetto lo vedi da subito, dal primo mattino. Ti svegli all'alba, scivoli dal letto, sbadigliando cerchi le ciabatte, non le trovi perché le ha prese, e distrutte, il tuo cane ma tu ancora non lo sai. A piedi nudi ti dirigi verso il bagno per pisciare e, quando entri, ti accorgi che ti hanno rubato il cesso. Al posto del water c'è una copia, perfettamente riuscita, della Pietà di Michelangelo.

Ti liberi sulla base della statua e tiri la catena. Niente scroscio d'acqua ma campane a festa. Pensi che tutto sia normale dato che è Pasqua e, contrariamente alle tue abitudini, ti sei alzato prestissimo e non ne hai ancora capito bene il motivo. E' vero che il mattino ha l'oro in bocca ma mai avresti immaginato che si trattasse dei suoi molari e, anche sai, che chi dorme non piglia pesci ma non credevi che una canna, per quanto ben fatta, ti sorprendesse tanto. Ora sei in cucina. Seduto a tavola, il tuo cane fa colazione tuffando nella ciotola piena di latte l'ultimo pezzo di una tua ciabatta. Scodinzola e sorride il vecchio bastardo. Fingi di non vederlo, vai diritto al frigo, lo apri, prelevi il branzino di circa tre chili, che pescasti, nel bidet, una notte, quando, non riuscendo a prendere sonno, dimostrasti, a te stesso, che certe affermazioni popolari, a volte, rispondono al vero, e, tenendolo saldamente per la coda, cominci a percuoterlo, con forza inaudita, sul testone peloso del lurido bastardo. Gianni, così si chiama l'animale, non fa una piega e continua alacremente  nell'opera di distruzione della ciabatta. Tu continui a colpire e lui, una volta finito, si volta e ti morde l'alluce del piede sinistro, poi, per non fare discriminazioni, ti addenta quello del destro. Comincia il ballo, che chiameremo di San Vito solo per fare un poco di colore. Saltelli come un tarantolato tenendoti, a turno, i piedi tra le mani mentre Gianni ti prega, cortesemente, di non fare rumore, i vicini potrebbero sentire e farsi delle idee sbagliate. Poi, ghignando, ti lancia l'osso di gomma, ti manda a 'fanculo e torna a dormire nella sua amata cuccia. Tu rimani lì, davanti alla tapparella abbassata a guardare l'alba che è già passata. Svegliarsi presto è stato inutile, ora che ti sei accorto di  non aver spostato, in avanti, di un'ora, l'orologio.

                                                          

mercoledì 27 marzo 2013

La borraccia.

Un giorno qualsiasi di un mese qualsiasi di un anno qualsiasi.
Il tempo, a volte, sconcerta, a volte sorprende, spesso, anche se ben vestito, è impresentabile.
" Je t'aime.." flamenca la radio. Nuvole basse danneggiano l'orizzonte, forse sono solo le lenti degli occhiali leggermente sporche. Dal rubinetto del lavandino scorre acqua da almeno un'ora. Spreco, mi piace. Oggi è quanto, domani chissà. Ed ecco una storia:
Pippo suona da sempre la chitarra ma non ha mai imparato ad accordarla. Della sua inettitudine non si dispera anzi ne fa armonia.
Laura, da qualche giorno, siede sullo scranno più alto e con lunghissimi tacchi batte il tempo.
Antonio fotografa ogni giorno, alla stessa ora, il mare e ogni giorno, alla stessa ora, il mare si lascia fotografare.
Paola ha sempre qualcosa da dire anche quando non vorrebbe. Nei momenti di pausa prepara ottimi dolci, lo zucchero aiuta.
Il cane è il cane di tutti, il gatto no. Il topo grasso vanta una laurea in toponomastica internazionale ed un master d'assaggiatore di formaggio, il topo magro ha sempre fame ed è cattivo. La lucertola cerca il sole, il gallo canta sempre in ritardo. L'assassino seriale, dopo anni di duro lavoro durante i quali ha faticato tanto per convincere le sue vittime a lasciare questo mondo, aspetta con ansia che l'INPS gli riconosca la meritata pensione. Purtroppo, fatti i dovuti conteggi, mancano, a casella, i contributi per una cinquantina di omicidi. Pensione negata.  Tutto sbagliato, tutto da rifare. Bartali, a fine carriera, cadde lungo la discesa del Turchino, la bicicletta volò in una scarpata e Coppi si fermò a prenderlo per il culo. Poi, come quella volta che scalarono insieme una salita del Tour, gli passò la borraccia. Vuota naturalmente.  

mercoledì 20 marzo 2013

La zattera.

Sesterzio, stanco dei noiosissimi dibattiti TV sulle possibilità di mettere insieme un qualche plausibile Governo capace di dare risposte ambigue ad un popolo discretamente ingovernabile, angosciato dall'altalenante, incomprensibile, terroristico spread, dalle mistificazioni di Papa buoni, dalle molte guerre o missioni di pace come oggi piace definirle, e, soprattutto, a causa di un frigorifero costantemente vuoto, decise di costruire, utilizzando i dodici cartoni contenenti ciascuno dodicimila confezioni di stuzzicadenti acquistati, in un momento di particolare euforico ottimismo, al tempo in cui gestiva una trattoria, una zattera che lo portasse lontano. Scese in cantina, dove gli pareva di avere stipato i cartoni ma non li trovò. Tornò in casa, la perlustrò tutta con meticolosa attenzione, l'appartamento consisteva in una sola stanza e quindi non ci volle molto, e, finalmente, li vide, proprio lì, in mezzo alla stanza con sopra il materasso. Spalancò la finestra, lanciò di sotto il giaciglio, aprì il primo cartone, estrasse la prima confezione di stuzzicadenti ed iniziò l'opera. Dopo tre anni di duro, intenso, appassionato travaglio, e duecentotrentasettemila tubetti di Vinavil, rimanenza di un'ordinazione che fece, in un altro momento di sfrenato ottimismo, quando tentò l'attività di tappezziere, l'opera era completata. Come albero maestro mise un abete in plastica di Natale con palline colorate incorporate, per timone l'anta del frigorifero. Mancava la vela. Gli sovvenne di un vecchio maglione di lana, fatto amorevolmente a mano, parecchi anni prima, da una sua morosa innamorata di un altro, fuori taglia di almeno dieci misure. Lo cercò, lo trovò, lo issò. Finita, la zattera era pronta al varo. Salì al posto di comando e si promosse ammiraglio. Poi scrutò a lungo l'orizzonte, mise persino la mano a guisa di visiera per proteggere la vista dal riverbero della luce della lampadina da trenta candele che penzolava dal soffitto e tutto quello che vide fu la porta d'ingresso. Decise di abbatterla e di allargare l'entrata con un trapano a mano da falegname. Ci vollero altri due anni di metodico, pervicace lavoro. Giunto al termine trascinò la zattera sul pianerottolo, corse in cantina e ritornò con una bottiglia di spumante Riccadonna completamente esausta, la legò ad un filo di canapa prelevato dal tubo di scarico del lavabo e si accinse al varo. Poi gli venne in mente che, per un varo serio, era necessaria una madrina. Decise di chiedere aiuto ad una anziana che abitava tre piani sopra. Salì di corsa le scale e suonò il campanello. La porta si aprì ed apparve una arzilla, assatanata novantenne, in babydoll, calze a rete e tacchi a spillo che lo prese per i capelli e lo trascinò dentro urlando di piacere.
La zattera restò lì, in eterna attesa del nocchiere che non tornò mai più.
Qualche giorno dopo, l'amministratore del palazzo, la fece rimuovere da alcuni energumeni ai quali, una simpatica anziana che viveva tre piani più sopra, volle, a tutti i costi, offrire un bicchiere di Vermouth.

sabato 16 marzo 2013

Il Campionato 2.

Appena in tempo, liberi dall'impellente impegno di cui vi avevamo informato, riprendiamo la nostra cronaca.
Durante la breve pausa pubblicitaria il gioco è ristagnato a centrocampo. Gli onesti, con qualche macchia di rosso in più sulla maglietta, hanno trattenuto la palla  con una fitta rete di passaggi trasversali facendo ballare gli avversari ladroni come e meglio del Barcellona. Poi, improvvisamente, il solito Bersani, mediano incontrista che non finisce di stupire, è scattato palla incollata al piede, partendo dalla linea di fondo, ha dribblato l'anziano, imbolsito regista avversario Berlusconi, commettendo anche un lieve fallo infilandogli il medio in un occhio, ma l'arbitro Napolitano, con viva e vibrante soddisfazione, ha lasciato, secondo noi giustamente, correre. Il Bersani, appena oltrepassata la metà campo, non contento, sempre palla al piede, è tornato indietro rifilandogli anche un calcio nel culo e, anche questa volta con viva e vibrante soddisfazione, l'arbitro Napolitano ha fatto proseguire il gioco. A questo punto l'eroico mediano, pur tentato di fermarsi un attimo e sparare qualche cazzata, tipo " non siamo mica qui a tagliare i bordi ai toast", ha resistito alla tentazione ed ha proseguito, ad ampie falcate, a testa bassa, verso la porta avversaria dribblando un po' tutti gli avversari. Giunto al limite dell'area si è trovato la strada verso la vittoria chiusa da una nutrita barriera formata da un gruppo di puttane travestite da parlamentari. Dopo aver alzato la testa, con una palombella rossa ha passato la palla al solito fantasista Grillo che, lasciato per un momento il piatto di trenette al pesto che stava consumando a bordo campo, si è fatto trovare al posto giusto nel momento giusto e con un perfetto, preciso colpo di tacco ha restituito la sfera al Bersani che colpendola al volo, in rovesciata stile Parola, l'ha spedita proprio sotto l'incrocio dei pali: GOAL!!!!
Pietro Grasso è Presidente del Senato: 2 a 0. Fortissimo fischio, con viva e vibrante soddisfazione, dell'arbitro Napolitano e palla al centro.
Pausa pubblicitaria, ancora giusta dopo tali emozioni, con le consuete ballerine, i balocchi e i profumi.
Naturalmente il vostro cronista ne approfitta subito per correre alla buvette dello stadio e farsi una bella, fresca, spumeggiante birra.
A presto.

Il Campionato.



Campionato, a girone unico e di sola andata, della XVI Legislatura della Repubblica Italiana.

La cronaca:
 
Dopo un breve ma intenso periodo di studio a centrocampo, le due sole formazioni iscritte al Campionato, quella degli onesti, casacca bianca appena macchiata di rosso, calzettoni verdi e pantaloncini strappati, e quella dei ladroni, maglia azzurra con strisce orizzontali rossonere, calzettoni firmati Dolce & Gabbana, pantaloncini di velluto millerighe Visconti di Modrone, iniziano a fare sul serio. Al terzo minuto il centromediano metodista Bersani, uno che per grinta, muscoli e testardaggine ricorda il mitico Furino, vince di forza un contrasto, sradica la palla ad Alfano, triangola col fantasista Grillo che gli ritorna, senza gigioneggiare come al solito, la palla. Il Bersani incuneandosi abilmente nella difesa avversaria, riceve l'assist, addomestica la palla con un perfetto stop a seguire e, dopo aver fintato prima a sinistra, poi a destra, esegue un'incredibile veronica e con una puntata pazzesca, degna del miglior Calloni, infila la porta avversaria lasciando il portiere Santanchè di stucco e silicone.

Rete!!!!!!!

Laura Boldrini è Presidente della Camera: 1 a 0 e palla al centro.

L'arbitro Napolitano, con viva e vibrante soddisfazione, convalida il goal ed indica, senza indugio alcuno, il disco del centrocampo.
 
Dissolvenza e pausa pubblicitaria. Dopo tanta emozione una giusta pausa con ballerine, balocchi e profumi.

Il cronista ne approfitta subito e lascia, momentaneamente, la postazione a causa di un impellente impegno.

A presto.