lunedì 12 dicembre 2016

ULISSE.



Oggi, in spiaggia, ho visto uno ormeggiare un pattino.
Mi sono avvicinato per fare due parole, così tanto per cazzeggiare un poco.
Lui mi ha stretto la mano presentandosi come Nessuno ma, dopo poco, tra un Uzo e l'altro, ha detto di chiamarsi Ulisse, di essere maritato con una certa Penelope, di avere un figlio di nome Telemaco ed un cane Argo. A proseguito dicendo di essere in viaggio da lungo tempo e che questo fosse stato piuttosto avventuroso. Non tanto per i Lotofagi, un gruppo di sballati amanti dei fiori, o per le varie sirene, un branco di zoccole canterine, così le ha definite, o certi Ciclopi incazzati e costantemente alla ricerca di monocoli costruiti da Zeiss, figlio illegittimo di Zeus, con i quali migliorare la vista e nemmeno per certe maghe, come tale Circe, una ninfomane talmente assatanata da farsela persino con i maiali. No, niente di tutto questo e nemmeno le questioni di casa, la tela, i Proci, le nuove tasse, di cui in giro si vocifera, su arco e frecce ed il mutuo infinito da pagare per acquistare definitivamente Itaca. Quello che ha reso così difficile il suo viaggio è il pattino col quale è ripartito dopo avere attraccato con la sua barca, subito requisita dalla Finanza per mancanza di bollo di navigazione, e trascorso una settimana a Riccione in balia di nugoli di tedesche piene di birra ed appetiti sessuali che l'avrebbero scambiato per un bagnino. Infine, sempre sbadigliando, ha detto di sentirsi veramente stanco e di non poterne più di remare seduto su di una panca di legno.
Così mi ha chiesto se conoscevo qualcuno che poteva dargli un passaggio per tornare a casa.
Gli ho parlato di BlaBlaCar e lui mi ha chiesto con che vele era equipaggiato, di quanti uomini disponeva e quanti di questi sapevano nuotare senza bracciali o ciambelle.
A questo punto ho perso la pazienza ed ho urlato: " Cazzo..ma sei proprio un pirla di nessuno..PORCA TROIA!!!"
Non lo avessi mai detto.

mercoledì 7 dicembre 2016

DINAMITE.

Non era cattivo anche se portava sempre con se della dinamite.
Non era un vezzo ma, per lui, una necessità.
Ovunque andasse fischiettava sempre La colonna sonora di Giù la testa così che chi gli stava vicino intuisse le sue intenzioni.
" Un giorno o l'altro farò saltare qualcosa, qualcuno" pensava tra se mentre beveva un caffè, orrendo, in un bar ammuffito. Potrei cominciare da qui, da questo posto insignificante, dimenticato da Dio ed anche, considerandone il disperante vuoto, direi dagli uomini.
Decise di lasciar perdere, non valeva la pena di sprecare un paio di candelotti per far saltare un mucchio di brioches rancide.
Uscì stringendosi nel vecchio cappotto tarlato alzandone il bavero non per il freddo, era pieno agosto, ma per darsi un contegno. " Un dinamitardo deve essere sempre pronto ed un bel cappotto con il bavero alzato, in certe occasioni, fa sempre la sua figura." si diceva camminando lungo la strada pestando accuratamente ogni scarafaggio che incontrava.
Fece il giro, prima dell'isolato, poi del quartiere, della città, usci dalla cintura, attraversò campagne, chiese un passaggio per l'autostrada, lo ottenne e scese alla fine del mondo.
Qui aprì il cappotto,e diede fuoco alle micce. " Giù la testa!!..Coglioni!!".