venerdì 30 ottobre 2015

Poi caddero le stelle.

Procedeva lentamente dolcemente poggiando i piedi nudi sulla rena. Così facendo percorse un tratto infinito di spiaggia o almeno così gli parve. Pensieri gli affollavano la mente, nelle tasche, senza saperlo, aveva diamanti. Quando finalmente decise di fermarsi pensò di essere in un sogno. Il sole tramontava sparando colori incredibili, all'orizzonte, proprio sulla linea, vide un ricordo. Lasciò cadere la giacca che portava appoggiata sulla spalla destra e l'artrosi che portava ovunque. Il cielo ad un certo punto non lo vide più, la faccia a terra, la sabbia bagnata in bocca, le mani aperte misuravano il vuoto.
Masticando la sabbia prese una decisione: domani cambierò.
Poi si chiese in che modo, come sarebbe stato possibile farlo per davvero.
Restò immobile. Un'ombra lo sorpassò. Un brivido per dimenticare ed una preghiera per continuare a respirare.
Tutto quello che mi manca si consuma - pensò - come la sigaretta che non ho. Poi caddero le stelle.

mercoledì 9 settembre 2015

Piove.

Ora, io che in questo posto sono nato e in questo posto sono tornato, guardo, da una terrazza deserta sospesa su di una spiaggia ancor più deserta popolata da file di solitari ombrelloni, vuoti lettini, piangenti sdraio in disperata attesa di uno sparuto bagnante, il mare. Spumeggianti, impetuose onde rincorrono altre onde bagnate dalla pioggia. Sopra di me un ticchettio violento di gocce pesanti, dentro di me tranquille, calde gocce di memoria. Piove..

domenica 6 settembre 2015

Dio non c'era più.



Dio si alzò dal trono, scese sulla terra, si inginocchiò sulla spiaggia, prese il bambino tra le braccia e lo posò su di una nuvola. Poi tornò a sedersi, accese il computer celeste e guardò attentamente il mondo. Passarono alcuni minuti poi le dita divine iniziarono a muoversi veloci sulla tastiera battendone furiosamente i tasti. Inserì dati, fece diagrammi a due variabili, a torta, di flusso, a colonne, mise mille e ancora mille varianti provandole tutte. Non ne venne a capo, non vi era altra soluzione.
Peccato - si disse - Un vero peccato - ripeté.
Eppure le aveva tentate tutte, proprio tutte per far si che non accadesse. Si era impegnato con tutte le forze che possedeva e, come tutti sanno, non sono mai state poche. Colui che tutto può in questo caso più nulla poteva. Si era oltrepassato ogni limite, di pazienza, di perdono. Non era più possibile assistere a quello scempio, nemmeno per uno come Lui che possedeva pazienza elevata al quadrato rispetto al vecchio Giobbe ed amore incrollabile, infinito.
Si sentì sconfitto, improvvisamente vulnerabile, bisognoso di affetto, di attenzione. Pianse.
Lacrime pesanti come macigni  cominciarono a scivolargli lungo il viso e dal viso caddero a pioggia fitta sulla terra. Nel cadere si trasformarono in merda per niente celeste e sommersero ogni angolo del creato. Quando tutto fu finito chiamò a se gli angeli e li licenziò. Ai diavoli disse di andarsene al diavolo. Di Pietro e di tutti i Santi fece figurine. Soffiò sulle innumerevoli anime che affollavano i cieli disperdendole per sempre. Poi spense la luce, chiuse la porta, affisse un cartello con la scritta VENDESI e senza bagaglio s'incamminò lungo la Via Lattea scomparendo per sempre.
Dio non c'era più.
Per nessuno.

sabato 1 agosto 2015

Raggi X.

Mezza estate.
French touch, Galliano.
Ho visto un bel film, ora dormo. No, non dormo, fa caldo. Dust in the wind, Scorpions. Sul balcone, un poco d'aria. Seduto, gli occhi fissi sulle montagne, lassù, in alto, al centro della valle. Pace, silenzio. Basta saper guardare il tutto attraverso una lastra a Raggi X. Diamanti e musica. Il metro si accorcia, gli anni passano. Ne hai viste tante ma non ti bastano mai. Lo sguardo perso sulla cima più alta, chissà se qualcuno sta camminando lassù in questo momento o se qualcun'altro sta osservando lo stesso sasso. Questa è la domanda, la storia è la risposta.
Mezza estate.
Perfect day, Lou Reed.
Fa caldo, è sabato. Niente mare, troppa gente o forse troppo mare, sempre poco ghiaccio. La vita va, lo stupido  sa come prenderla. Non farmi soffrire, anestetizzami. Guarda gli alberi come crescono. Ti stai sbagliando o forse menti. Chissà se la prossima estate sarai ancora qui a perderti con lo sguardo su queste montagne, se avrai ancora questa opportunità. Ora è venuto il tempo di spogliarsi, di correre, di baciare. Non farmi male, non farmi soffrire. Ho fatto un sogno: Un ambiguo salumiere, capelli unti e meches bionde, senza mani ma con diversi tatuaggi sui mignoli, nudo affetta la felicità. La gente ordina, lui affetta. Poi qualcuno incarta, qualcun'altro paga. " Bancomat? No, preferirei contante. Fattura? No, non credo alle superstizioni."
" L'acqua bolle, butto la pasta? Perché buttarla, mangiamola piuttosto."
Mezza estate.
Back Jack, Stealy Dan.
I borghesi si siedono e pisciano sui giornali. Il vecchio pazzo balla, il cieco riprende tutto per poi farne un film muto. La vecchia baldracca paga la multa per intero, il cliente meno della metà. Liberi tutti, e tutti a baciarsi sul grande letto posizionato al centro dell'aula del Consiglio Comunale.
Mezza estate.
Piangi Roma, Baustelle.
Mi manchi tu, Campari Soda. Muori amore, godi amore. Piangi, ti fa bene.
Mezza estate.
Eden, Hooverphonic.
Fa caldo. Un'altra sigaretta. Smetti, non dormi mai. Lascia che la pioggia lavi i tuoi panni, il sole li asciughi, il vento li disperda. Certi giorni penso che..
Mezza estate.
Time after time, Tracy Chapman.
Mille modi, mille vite, mille storie, ti aspettano. Minuto dopo minuto, attimo dopo attimo.
E' mezza estate, non male. Aspettando il resto intanto spengo la radio.

martedì 21 luglio 2015

Paesaggio marino.

Il cieco si fermò davanti al quadro e l'osservò, con scrupolosa attenzione, per dieci minuti.
Intanto una piccola folla si venne creando dietro ed intorno a lui.
Poi, in un silenzio irreale, il cieco diede una ampia, dotta descrizione del dipinto, spiegandone tecnica e significato di tratto, luce e colore. Disse tutto ed anche qualcosa di più.
La folla, ormai numerosa, ammirata ed interessata, applaudì convinta.
Poi il cieco esagerò e disse che quel dipinto era il più bel paesaggio marino che avesse mai visto. Allora tutti voltarono la testa e puntarono lo sguardo sulla tela accorgendosi che si trattava di un astratto in stile Mondrian e qualcuno, gentilmente, fece presente al cieco che si stava sbagliando o che non aveva visto bene. Il cieco lo colpì ripetutamente, violentemente con il suo bianco bastone urlandogli " Bestia!!Bestia!! ". L'uomo stramazzò a terra col capo ammaccato e sanguinante ed il cieco cominciò a prenderlo a calci urlando "Capra!!Capra!!" Allora un'altro, un uomo dal cranio pelato e le mani sudate da segaiolo, gli fece presente che l'insulto " Capra!!Capra!!" era già stato usato parecchie volte in televisione dal critico Vittorio Sgarbi e lo accusò di plagio.
Il cieco raccolse un masso da terra e lo scagliò con inaudita violenza e precisione verso il segaiolo colpendo in pieno un ciclista di passaggio.
Si trattava del capofila del grosso del gruppo maglia gialla del Tour de France impegnato nell'inseguimento di due fuggitivi evasi da Alcatraz, due attaccanti pericolosi, ottimi passisti ma ancor meglio come basisti.
Il ciclista, colpito in pieno volto, cadde a terra causando un ruzzolone spaventoso nel quale rimasero coinvolti un po' tutti, tra gli altri Ulisse,Qui Quo Qua, Dolce e Gabbana e tutti i Froci, l'intera squadra dei Masochisti che, per far piacere allo sponsor ma soprattutto a se stessi, risalirono velocemente in bicicletta ma solo per ributtarsi a terra un'altra volta  e poi ancora, ancora, ancora.
I fuggitivi, infine, profittando della confusione, ebbero buon gioco, giunsero a Parigi in maglia gialla, una sola divisa in due, rubata dal bucato ordinatamente steso lungo la strada dalla signora Antonietta, e tagliarono il traguardo sui Campi Elisi tenendosi per mano.
Furono premiati, intervistati, arrestati.
La sera il telegiornale ne diede notizia ma non se ne seppe nulla.
Il cieco si fermò davanti al quadro e l'osservò, con scrupolosa attenzione, per dieci minuti.

venerdì 3 luglio 2015

Letti per lettoni.

Fred abitava in un posto in culo al mondo, così in culo che persino gli escrementi per trovare la giusta via avevano bisogno del navigatore. Lui non se ne preoccupava, non provava alcun fastidio nel vivere in un luogo dimenticato con infinito piacere anche da Dio e non solo, pure dagli angeli, da Satana e tutti i suoi diavoletti, dai previsori del meteo di ogni continente, dai venditori di pentole, enciclopedie ed aspirapolvere Folletto, Testimoni di Geova, zanzare. Quello che gli dava veramente noia, lo faceva incazzare, era quella casa, l'unica nel raggio di anni luce, che si trovava di fronte alla sua ed era abitata dall'unico altro essere vivente presente sul posto. Non era poi proprio la casa in se, ne chi l'abitava che lo disturbava così tanto ma un cartello da anni appeso alla porta d'ingresso, sempre tirata a lucido color verde persiana pomelli eternamente splendenti  zerbino Welcome!, che recitava: AFFITTO LETTI A LETTONI.
Ma porca puttana! - urlava dentro, ma anche parecchio fuori, di se Fred - con tutta la gente  a cui si potrebbero affittare dei letti ma perché solo a dei lettoni? - La questione lo arrovellava da sempre, il dubbio lo stava consumando. Parecchie volte aveva inviato lettera scritta a macchina da cucire con caratteri ricamati ad uncinetto, consegnata da lui stesso vestito di tutto punto da postino imbucandola nella buca postale semovente a forma di lepre inseguita dai cani della casa senza ottenere alcuna risposta. Altre volte si era avvicinato suonando ripetutamente il campanello d'oro contemporaneamente colpendo con gentili ma vigorosi calci la lucida porta  ricevendo in cambio un ostinato, insostenibile silenzio. Nessuno, eppure Fred l'aveva visto, una volta, il maledetto vicino. Era alto ma basso con i capelli lunghi ricci rasati la barba incolta ordinata come un prato di margherite. Ben vestito, nudo, superdotato con il pisello piccolo, gli occhiali da vista, il bastone bianco dei ciechi. Un'ombra in un giorno senza sole.
Così vanno le cose, un giorno ti alzi dal letto e vorresti un folle amore. Invece apri la porta di casa per prendere il solito giornale che nessuno mai ti ha consegnato e davanti, proprio davanti  hai solo un maledetto cartello da leggere: AFFITTO LETTI A LETTONI.
Improvvisamente capisci e stai bene, non importa il perché, da solo nelle prime luci del mattino. Lascerai le finestre spalancate, pulite le stanze e partirai  per stenderti  in riva al mare con un milione di dollari sotto al lettino. Spegni la radio Fred, fuma un'ultima sigaretta, sogna, soltanto il sogno ti da infinite possibilità.

Ridi Fred, ridi.
La fine si avvicina, inventati un gran finale.

martedì 26 maggio 2015

Nemmeno una cartolina.

Un mondo grasso, quasi fermo, girava lento.
Al sole, seduti fuori dal bar, due anziani parlavano.
Uno doveva andare a legare le piante di pomodoro, l'altro semplicemente scaldarsi le ossa.
Due giovani more ricciolute passarono sculettando dispensando l'aria di profumi di terre lontane.
I due vecchietti, travolti da tanta vitalità, ebbero un moto di stanca giovinezza poi tornarono ai loro discorsi. Uno doveva andare a legare piante di pomodoro, l'altro semplicemente scaldarsi le ossa.
Sigarette si consumavano vicino a bicchieri vuoti mentre con lo sguardo tutti seguivano il passare di un motociclista travestito da agente segreto troppo visibile per essere veramente segreto. Nessuno si convinse della sua misteriosa missione.
Il piccolo cane sonnecchiava con un occhio aperto sperando in un briciolo di oleosa focaccia. Niente, dannazione, il padrone, proprio quella mattina, aveva deciso di cominciare l'ennesima dieta sul cui risultato positivo nessuno avrebbe scommesso un centesimo.
Giunse la postina, il borsone strapieno di pubblicità e nemmeno una cartolina.
Poi le chiacchiere, per mancanza d'ossigeno, finirono e, nel silenzio generale
, qualcuno lesse ad alta voce la rubrica dell'oroscopo.
Le stelle ebbero pietà e salvarono tutti.

sabato 18 aprile 2015

Ghiaccio che cola.

Lo scultore morì di freddo accarezzando marmo.
Lo strozzino d’infarto da calcolo sull'uscio di casa. Del fazzoletto che si disse perduto nessuno trovò mai traccia.
Un pezzetto bello tondo di cielo d’aprile sta sopra di me. Scivolo sulle mie consuetudini attirando inquietudini. Respirerò.
Il formaggiaio prese contromano una forma di parmigiano schiantandosi su una montagna di stracchino. I carabinieri accorsi sul posto dichiararono game over.
Quando lei se ne andò..  mi ricordo. Ora sento troppe voci.
Il terrorista comprò un biglietto di tribuna per l’attesa finale di Champions League. Nell'intervallo consumò un panino alla mortadella, una birra ed una tonnellata di tritolo. Non si seppe mai se il tutto gli risultò indigesto.
I barboni mi guardano mentre dall'auto osservo le anatre. State attenti, ascoltate la pioggia che batte sui vetri scrivendo parole d’amore.
L’uomo amato da tutti, cercando di dimenticare di essere solo da sempre, andò al cinema ed entrò nel film fumando una sigaretta come Humphrey Bogart. La pellicola prese fuoco, i pompieri non poterono nulla.
Quaggiù, in questo angolo di mondo strano, proprio qui dove il mare da sempre fa l’amore con la luna, qualcuno racconta che la fantasia si sia perduta, abbia smarrito la via. Forse un giorno qualcun altro la ritroverà o forse, un giorno, io ne morirò.

Poi ci sono giorni, come questo, quando può bastare del semplice ghiaccio che cola.

lunedì 16 marzo 2015

IL GUSTO PIENO DELLA VITA.



L'assassino prese carta e penna e scrisse parole d'amore.
Nella buca delle lettere il postino mise un mazzo di fiori.
Lungo l'autostrada le macchine correvano veloci inghiottendo la notte.
Il piccolo giardiniere potò piante esagerando in fantasia.
La casalinga perfetta vide impazzire la sua maionese.
Il cane venne morso da un osso, il gatto fu mangiato dal topo come dessert dopo il formaggio.
L'imprenditore assunse un lavoratore a tempo indeterminato, lo mise in un enorme capannone vuoto e gli disse: " Guarda..tutto quello che c'è qui dentro ora è affare tuo." - " Ma..qui non c'è niente da fare, tutto è vuoto.." - " Ma no.. il vuoto è un'illusione a tempo determinato."
Dopo, la pubblicità.
E dopo la pubblicità il gusto pieno della vita.