domenica 6 settembre 2015

Dio non c'era più.



Dio si alzò dal trono, scese sulla terra, si inginocchiò sulla spiaggia, prese il bambino tra le braccia e lo posò su di una nuvola. Poi tornò a sedersi, accese il computer celeste e guardò attentamente il mondo. Passarono alcuni minuti poi le dita divine iniziarono a muoversi veloci sulla tastiera battendone furiosamente i tasti. Inserì dati, fece diagrammi a due variabili, a torta, di flusso, a colonne, mise mille e ancora mille varianti provandole tutte. Non ne venne a capo, non vi era altra soluzione.
Peccato - si disse - Un vero peccato - ripeté.
Eppure le aveva tentate tutte, proprio tutte per far si che non accadesse. Si era impegnato con tutte le forze che possedeva e, come tutti sanno, non sono mai state poche. Colui che tutto può in questo caso più nulla poteva. Si era oltrepassato ogni limite, di pazienza, di perdono. Non era più possibile assistere a quello scempio, nemmeno per uno come Lui che possedeva pazienza elevata al quadrato rispetto al vecchio Giobbe ed amore incrollabile, infinito.
Si sentì sconfitto, improvvisamente vulnerabile, bisognoso di affetto, di attenzione. Pianse.
Lacrime pesanti come macigni  cominciarono a scivolargli lungo il viso e dal viso caddero a pioggia fitta sulla terra. Nel cadere si trasformarono in merda per niente celeste e sommersero ogni angolo del creato. Quando tutto fu finito chiamò a se gli angeli e li licenziò. Ai diavoli disse di andarsene al diavolo. Di Pietro e di tutti i Santi fece figurine. Soffiò sulle innumerevoli anime che affollavano i cieli disperdendole per sempre. Poi spense la luce, chiuse la porta, affisse un cartello con la scritta VENDESI e senza bagaglio s'incamminò lungo la Via Lattea scomparendo per sempre.
Dio non c'era più.
Per nessuno.

Nessun commento:

Posta un commento