Oggetti polverosi e vissuti lo guardavano stizziti.
Il verme rimase lì ad aspettare ma la banana non arrivò mai.
Decise, allora, di partire per lidi esotici, spiagge lontane. Comprò un costume da Carnevale e volò a Rio.
Qui giunto, si accodò subito a sculettanti ballerine di Samba ma non possedeva il dono del ritmo.
Lo misero fuori squadra ma lui, pur ritenendosi offeso, non si perse d'animo. Volle dimostrare a tutti che sapeva suonare la Bossanova come nessun altro verme sotto terra.
Comprò una chitarra, un tanga, una cassa di birra e si trasferì in Svizzera dove divenne esperto nel contare i buchi dell'Emmenthal. Ebbe la fama ma non il formaggio, era un verme non un topo. Per questo motivo fu squalificato a vita. Accusato di doping, messo alla berlina, fuggì a bordo di una utilitaria. Lo fermarono alla frontiera sparandogli con un lanciarazzi.
L'auto saltò per aria ed atterrò a Varese. Uscendo strisciando dai rottami fumanti finì sotto ai piedi scalzi di un leghista mussulmano che gli mostrò una copia del Corano scritta in bergamasco.
La lesse con avidità pur non capendone nulla.
Poi, qualcuno, gli diede una cadrega e lui, finalmente soddisfatto, si ritirò per sempre.
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