mercoledì 7 dicembre 2011

Poker.


All’ultimo giro di poker, Monti il baro mischiò le carte e le distribuì.
Poi posò il mazzo sul tavolo davanti a se, si allentò il nodo della cravatta, alzò la testa e, con occhi di ghiaccio, trafisse le pupille degli altri giocatori.
Il primo, un pensionato stanco di vivere, disse cip.
Il secondo, una donna dimenticata, chiese carta.
Il terzo, un cassaintegrato disperato, disse passo.
Il quarto, un giovane disoccupato, rilanciò.
La posta era incredibilmente alta.
Il baro sorrise e, con voce ferma, sicura, dolcemente disse: "Sto."
Le carte scesero sul tappeto verde.
Il cassaintegrato era fuori, ormai, dal gioco.
Il pensionato stanco mostrò la sua coppia di fanti scaduti.
La donna dimenticata un tris di re detronizzati.
Il giovane disoccupato una scala con maturità scientifica, laurea in ingegneria biomeccanica, un paio di master ed un diploma di campione del mondo di biliardo a stecca, praticamente nulla.  
Il baro sorrise triste travolto da una leggera commozione e calò un poker d’assi.
Raccogliendo il cospicuo monte con una paletta d’oro disse:
“ Oggi avete perso, come sempre, ultimamente, vi capita. Non vi preoccupate. Un poco di sacrifici e, domani o forse dopodomani, disporrete nuovamente del denaro necessario per giocare un’altra partita.
Io sarò qui ad aspettarvi e, se Dio lo vorrà, avrete maggiore fortuna.”
Poi, Monti il baro, risistemandosi il nodo alla cravatta, si alzò e, dopo aver ringraziato e salutato gentilmente tutti, si sistemò su di una portantina d'epoca romana subito issata e sostenuta da Casini, Bersani, Fini e Pulcinella che partì veloce, direzione Montecitorio, scortata da innumerevoli entusiasti seguaci tra i quali, nascosto da alcune spogliarelliste dipinte di verde, qualcuno giurò di aver riconosciuto persino Berlusconi.
Lungo la strada, Monti il baro, gettò il vecchio mazzo truccato col quale aveva vinto innumerevoli partite. Ora non serviva più, le carte andavano cambiate.  

Nessun commento:

Posta un commento