lunedì 26 dicembre 2011

Avanzi.


La mattina dopo, al canto del gallo, Roberta si alzò.
Dopo essersi stropicciata gli occhi, infilata le ciabatte e scrollato dal pigiama un grumo di tagliatelle al pesto, si diresse in cucina.
Aprendone la porta con un calcio colpì violentemente il gatto che finì la sua vita spiaccicato sul frigo.
Prese il bricco del latte, ne bevve un sorso, lo ripose. Chiudendo l’anta si accorse del gatto e lo gettò dalla finestra.
Poi vide la tavola e le venne da vomitare.
Una pila enorme di piatti sporchi l’osservava ghignando. L’intero servizio di posate ereditato dalla nonna, unto e bisunto, ridacchiava. Una fila lunghissima di bicchieri macchiati di vino ammiccava. Per terra, in un angolo, tovaglia e tovaglioli, abbelliti da medaglioni multicolori, ruggiva. Sulla credenza, sulla stufa, sul piano di cottura, sulla lavastoviglie rotta da mesi, sulla lavatrice, pentole e piatti da portata colmi di avanzi infestati da nugoli di mosche.
Per prima cosa spalancò la finestra per favorire il cambio dell’aria e l’aria cambiò raggelandole le ossa. Fuori, la temperatura era sotto lo zero.
Affacciandosi vide, nel giardino condominiale, il vicino armato di martello e scalpello intento nell’opera di liberare il cane dal ghiaccio.
Lo salutò chiedendogli se avesse passato un buon Natale, questi le rispose con un rutto.
Lei disse “ Salute!”.
Lui “ Vaffanculo!”.
Richiuse la finestra e voltandosi si trovò circondata dagli avanzi. Minacciosi.
Facendo finta di niente cominciò a muoversi lentamente verso l’uscita ma questi si disposero a barriera davanti alla porta. Allora, lei, prese la ricorsa e, pensando a Fosbury, tentò di saltarli ma, proprio nel momento di staccare, mise il piede d’appoggio su una fetta d’arrosto perdendo l’equilibrio.
Cadde sull’insalata russa, tentando di aggrapparsi ad una fetta di panettone.
In un attimo gli altri avanzi le furono addosso e, dicono le cronache, che non ci fu nulla da fare. 

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