martedì 13 marzo 2012

Alice nel paese delle maniglie.



Alice nel paese delle maniglie.
Che storia fantastica!
La protagonista, Alice Appunto, non appunto come appunto ma appunto come cognome, incontra sulla sua strada, che dire tortuosa è poco, ma anche in quella di altri, che definire di altri è inutile, infinite porte piene di maniglie di ogni foggia e colore, molte costruite proprio a Foggia alcune a Colore. La più bella di tutte viene da Katmandù, probabilmente l'ultima forgiata laggiù. Ogni porta è dotata di un centinaio di maniglie e solo una può aprirla. Alice Appunto le prova tutte, tutte e cento per ogni porta. Quando muove quella giusta, la porta cigolando scortese si apre su di un'altra porta e poi su di un'altra ancora e poi ancora e ancora e ancora. Lei non si stanca e continua, continua, continua.
Così, passando da una porta all'altra girando migliaia di maniglie, la fiaba si dipana, poi spiana ma dopo un po' ripiana.
Naturalmente, alla fine, tutti vissero felici e contenti.
Il lupo cattivo? Mangiato da Biancagreve ed i 7 nani alti. Dispiace, il povero animale non era previsto nella fiaba ma nessuno ha avuto il coraggio di far notare l'errore a Biancagreve e, soprattutto, ai 7 nani alti, notoriamente piuttosto laboriosi ma anche particolarmente suscettibili se presi di petto, ammesso che si riesca a trovarlo.
Il cacciatore? Cacciato.
La bella addormentata? Un' incurabile sognatrice.
Capuccetto Rollo? Una drogata.
Hansel e Bretel? Stilisti di accessori d'abbigliamento.
Il gatto con gli stivali? A rifare i tacchi.
Peter Pan? Invecchiato, con la barba bianca, lunga, incolta e sordo ad ogni campanellino.
Il Corsaro Nero? Perso nella notte buia.
Pinocchio? Meglio non dire.

Alice nel paese delle maniglie.
Che storia fantastica!

Nessun commento:

Posta un commento