martedì 15 marzo 2011

Le avventure di SuperBadante. 2° episodio.

Finalmente è arrivato il buon vecchio inverno. La stagione giusta per compiere imprese eclatanti, utilizzare al massimo i superpoteri che ho a disposizione, far felice il maggior numero di cariatidi possibile. Mi aspettano con ansia. Hanno bisogno di me. Vicino al mesto focolare delle loro tristi case, singhiozzano piano, mentre cuociono fetidi minestroni, tentano di masticare con i pochi denti rimasti improbabili carni bollite, sorbiscono brodini di pollo, succhiano panetti di stracchino. Avidi di compagnia, restano sempre soli davanti alla televisione, sintonizzati sui canali del dolore, dove si parla continuamente di disgrazie e disgraziati. Normalmente questo tipo di intrattenimento è imperniato su personaggi che raccontano le loro vicissitudini urlando in modo sconsiderato, e proprio questo continuo berciare ad altissimo volume, considerando la normale sordità di ogni vecchierello, costituisce per il SuperBadante in azione l’esatto segnale.
Così eccomi qua. Mi aggiro circospetto nel gelo della sera, vestito come si conviene ad ogni SuperEroe, col mio bel costume sgargiante, i miei bei guanti di lattice rossi, le mie babbucce di feltro blu. In più, data la stagione, sfoggio un bellissimo copricapo di pelo ecologico verde smeraldo munito di paraorecchie fucsia.
Mi avvicino piano alle porte delle case, aziono il superudito, avvicino il padiglione auricolare, dopo avere scostato il paraorecchio peloso ed ascolto.
Un urlo agghiacciante si infila nella tromba di eustacchio, sfonda il timpano, scardina il martelletto, uccidendo ogni neurone del mio apparato uditivo.
Abbatto a calci, anzi SuperCalci, la porta appena riverniciata di un bel marrone testa di moro antichizzato, mi precipito, attraversando di corsa, anzi di Supercorsa, l’entrata, l’anticamera, il salotto, la cucina, la camera da letto, quella per gli ospiti, attraversando quest’ultima devo farmi largo con le mie Superbraccia strappando chili di ragnatele, entro nel bagno padronale, in quello di servizio, percorro un lungo corridoio dotato di passatoia di velluto rosso con ricami in oro, incontro delle scale, le supero con un Superbalzo ed eccomi al secondo piano, corro ancor più Supervelocemente, altra camera, ancora un'altra, una terza, poi la biblioteca, un altro salottino arredato in stile giapponese, un altro bagno con statua che getta acqua in una enorme Jacuzzi, la lavanderia dotata di una moderna asciugatrice, la cuccia del cane, la cesta del gatto, corridoio, altre scale, ancora Superbalzo, sfondo direttamente una porta ed eccomi in una mansarda, Supercorro a più non posso per tutta l’enorme stanza mansardata, dotata di un grandissimo camino rivestito in ceramica e di una splendida vista, grazie all’ampia terrazza che affaccia sul golfo.
Nessuno.
Possibile che mi sia sbagliato? Eppure ho distintamente udito e subito quell’urlo angosciante. Risupercorro all’indietro, in un baleno ripasso tutte le stanze, ogni angolo della casa, ogni anfratto. Ancora niente. Nulla. Nessun piffero di traccia di vecchietto in angustie.
Rientro nel mega bagno Jacuzzi.
Il vecchio è lì, con un sorriso ebete sulle labbra, appoggiato al bordo della vasca con le sue braccine penzoloni, di schiena.
Mi avvicino e, sorpresa, non è solo.
Una strafiga emerge dall’acqua e domanda al grinzoso - Ti è piaciuto, caro? –
 Lui fa un sospiro lungo, leggermente bronchitico, e, con un sibilo roco di soddisfazione, dice - Da Urlo, Tesoro!-
 Poi si voltano, mi vedono e spaventati gridano all’unisono - Ma chi caspita è questo idiota? Che vuole? Che fa? Come è entrato?-
Ma dico, non mi riconoscete? Sono il SuperBadante, l’eroe di tutti gli anziani del pianeta. Sono qui perché col mio Superudito ho, appunto, udito un urlo provenire da qui ed ho pensato che Lei, Signore, avesse bisogno dei miei favori, insomma del mio aiuto. Per questo troverà la sua bella porta d’ingresso leggermente sfondata e l’appartamento, a proposito complimenti per la bella casa, un tantino in disordine. Poi quando ho attraversato la stanza degli ospiti tutta piena di ragnatele, ho immaginato che Lei fosse solo, troppo solo, che nessuno La venisse mai a trovare,e….”
“Senta, brutto deficiente. Io, quando ricevo, ospito solo donne meravigliose ed esclusivamente nel mio letto, nel quale mi pregio ancora di combattere focose tenzoni amorose. L’urlo da Lei udito, altro non era che un segno tangibile del piacere da me pocanzi provato, ringraziando Dio e, in particolare, la signorina qui presente. Infine, vecchio sarà Lei! Coglione!”
Resto basito. Ditemi voi come può essere possibile. Un vecchio ancora avido di piacere e poi, ora che ci penso, con una casa lussuosa, troppo grande, troppo bella per la sua vetusta età. Ma come, io, il SuperBadante, accorro in aiuto di questo laido vecchiaccio e lui, dopo essersi scopato un pezzo di gnocca che mai ho visto in vita mia, nonostante i miei Superpoteri, mi biasima, mi calunnia, mi offende? Non sia mai! Non si può trattare così un Supereroe amato e rispettato da tutti!
Rimango immobile un Supersecondo, poi, dalla mia Supertasca, estraggo una Magnum 44 e faccio fuoco. L’acqua continua a cadere a cascata nella Jacuzzi. Le bollicine si tingono di rosso, il mio colore preferito.

                                                                            …..continua…

1 commento:

  1. troppo divertente signor Minguzzi....sono morta dalle risate BRAVO!!!

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