lunedì 8 ottobre 2012

Il Piccolo Circo 8.

Il Piccolo Circo ha un leone di pezza, un pensionato nano, alto  un metro e trenta ma con un collo lungo come quello di una giraffa, ed una manciata di occhi  senza  viso. Il pubblico pagante, numeroso, indisciplinato ed affamato come sempre, aspetta che il Direttore dia il via allo spettacolo sparando nel cielo, attraverso il tendone strappato, la donna cannone. Le stelle sono tante oltre lo straccio, milioni di milioni e la donna cannone, da sempre, lo sa. Volerà, come tutte le sere, senza paura, per la gioia e lo stupore di grandi e piccini ad un'unica condizione, essere esentata dal dover sorbire l'odiato minestrone. Dopo lunga, estenuante trattativa con il Direttore si arriva ad un accordo: niente minestrone ma tripla carica al cannone. "BOOOMMMM!!!".. Così la donna cannone, quell'enorme mistero volò, tutta sola verso un cielo nero nero s'incamminò, tutti chiusero gli occhi nell'attimo in cui sparì, altri giurarono spergiurarono che non erano mai stati lì. Da da dan, da da dan, da da dan, dan dan dan.... Quando gli occhi dei presenti si staccarono dal cielo e puntarono la pista, videro, alla luce fioca di trenta candele, il pensionato nano con il collo lungo come quello di una giraffa ballare il tip tap a piedi nudi su carboni ardenti. Alla fine del numero tutti applaudirono convinti, anche il Direttore Generale dell'INPS, casualmente tra il pubblico, contento di poter depennare un vitalizio.
Poi si spensero le luci, tacquero le voci e nel buio qualcuno, con voce suadente, sussurrò: Minestrone?
La manciata di occhi, dimenticata da tutti, si riempì di lacrime ma, non avendo un viso su cui scorrere, restarono lì, appese a quegli occhi.Quella notte il mondo continuò, come sempre, a girare. Della donna cannone nessuno seppe più nulla.
 

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