sabato 19 ottobre 2013

LE SPIACE SE SPENGO LA LUCE?



Siete un'architetto senzatetto laureato col massimo dei voti.
Vivete alla giornata mendicando qua e là.
A volte il mondo vi pare ostile, tutte le altre lo è per davvero.
Un giorno decidete di aprire un salone da parrucchiere.
Il primo cliente è un bambino vivace, accompagnato da mamma procace.
Sistemate il pargolo sulla sedia con la testa di cavallo e gli intimate di stare ben fermo se no potreste tagliargli un orecchio. Il bimbo si fa statua mentre voi impugnate le forbici e gli tagliate un orecchio. Poi andate avanti, cercando di completare il taglio, inseguendo il piccolo per tutto il quartiere. Alla fine riuscite a catturarlo e, nonostante egli non sia per niente contento, finite il lavoro.
Tornate a bottega felice, leggermente sporco di sangue.
La mamma procace è ancora lì. Piange. La consolate strizzandole le tette, poi le offrite uno Strega con ghiaccio. Chiudete la porta a doppia mandata, vi spogliate e tirate fuori dal cassetto il vostro progetto. Si tratta di un sogno, le dite. Lei, ora calma, vi guarda curiosa.
Illustrate il sogno. Poi un'altro Strega ghiacciato. Ora, anche lei, è nuda e, sdraiata per terra accanto a voi, vi fissa con occhi di fuoco. Non male pensate. Bello sguardo.
Vi alzate. Rimettete il sogno nel cassetto. Vi rivestite.
" E' tardi, devo chiudere, Signora.- le dite mentre da una tasca della giacca estraete un orecchio mozzato ancora sanguinante - Senta questo credo le appartenga, lo prenda. Sarei molto dispiaciuto se il piccolo rimanesse sordo. Su non faccia quella faccina disperata, la messa in piega la facciamo domani. Stia bene, Signora. Buonanotte. A domani... Dimenticavo, le spiace se spengo la luce?"

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