venerdì 20 dicembre 2013

VAFFANCULO.

Siete lì, seduti sulla tazza del cesso con gli occhiali da sole e la vestaglia migliore. Qualcuno ha offeso, pisciandoci sopra, il vostro amato tappeto, il pezzo d'arredamento che da un senso, un tocco di classe al vostro appartamento. Da sempre. Qualcuno ha violentato il vostro tappeto e, di conseguenza, voi. Siete lì, non per cagare o pisciare ma per pensare. Quello è il luogo dove riuscite veramente a lasciarvi andare in libertà, a compiere analisi lucide e voli di fantasia. Questa volta rimuginate sull'incredibile inciviltà di chi non ha rispetto per la cosa altrui, per la vita degli altri, per la libertà di tutti. Se non fosse per l'immagine che date di voi, così pacata, per l'atteggiamento, la posa mistica, si direbbe, quasi, che siete leggermente incazzati. No, non è così. Voi siete calmi, tranquilli, sicuri. Il fatto che abbiate finito  la carta igienica non fa che aumentare la vostra capacità d'analisi, di pensiero. Vi domandate come mai, perché il mondo lasci così tanto spazio a degli imbecilli che non sanno fare di meglio che insozzare i tappeti altrui. Vi chiedete, osservandovi nello specchio rotto, come mai a certa gente non venga rotto il culo con una palla da bowling. Vi fate un sacco di domande e alla fine concludete che si tratta solo di spazzatura, indifferenziata e puzzolente. Non vale la pena di perdercisi, correre dietro agli stronzi non farà mai di voi un novello Mennea. Lui correva forte, vero, ma sempre davanti.
Vi alzate e con la vostra classica, sinuosa andatura, vi trascinate, ciabattando, in cucina. Aprite il frigo e prendete una birra. La stappate, bevete un lungo sorso, fate un bel rutto.
Ora uscite, gli amici vi attendono per una partita. Non vi importa se la vincerete, quel che vi piace è giocare e vaffanculo a chi non sa giocare per giocare.  

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