martedì 7 giugno 2011

Prova costume.

Nives, in una radiosa mattina di inizio estate, guardandosi allo specchio, si vide splendida.
Dopo avere apprezzato le sue generose forme riflesse decise di fare la prova costume.
Aprì l’armadio e tirò il cassetto del mare. Dentro, in balia di una forte mareggiata, c’erano un secchiello con paletta pieno di sabbia dorata bagnata, un paguro bernardo, una ciambella da salvataggio, una maschera da sub, un paio di pinne gialle, due scatolette di tonno, alcune stelle marine, un polpo con, ad ogni tentacolo, una giarrettiera rossa. Del costume nemmeno l’ombra. Eppure era certa di averlo messo proprio lì, l’anno prima, dopo l’ultimo giorno di sole e spiaggia della scorsa estate. Guardò meglio. Niente. Presa da un leggero nervosismo sfilò con forza il cassetto dalle guide e fu, con sua grande sorpresa, che una di queste le parlò, con un marcato accento trentino, indicandole la giusta tecnica da seguire per scalare, in tutta sicurezza, qualsiasi montagna. Poi, intonando all’unisono un noto canto alpino, la invitarono a bere un grappino. Incuriosita, Nives si fece coraggio ed entrò nel cassetto. Appena vi mise piede un’onda gigantesca la travolse facendola ruzzolare all’indietro fino a farla sbattere, con violenza, sul fondo del piano di legno. Sbracciando con forza riuscì a tornare a galla e ad appendersi ad un paio di mutandine di pizzo che galleggiavano sopra di lei. Il polpo, appagato dalla sua eleganza, sonnecchiava, pigramente arrotolato, su di una delle due pinne gialle. Nives riuscì a mettere fuori la testa e prese fiato. Poi si rituffò cercando di raggiungere nuovamente il fondo dove le era parso di aver visto, per un momento, il suo costume da bagno addosso ad una lumaca di mare. Con gli occhi bene aperti che le bruciavano per il sale nuotò con convinzione, in un perfetto stile libero, verso quella macchia di colore viola, firmata YSL, che rivoleva ad ogni costo. Quando la raggiunse si accorse che si trattava di Giancarlo Antognoni, nota mezzala degli anni ottanta della squadra di football di Firenze, la Fiorentina. Questi, vestito con i colori sociali, il viola appunto, della società, la accolse sorridendo, con quel sorriso un po’ ebete che sempre lo aveva contraddistinto anche sui campi di calcio, muovendo il testone dai boccoli d’oro offrendole, con la classe di sempre, un giglio bianchissimo. Nives lo prese con i denti, virò come un’orata e tornò indietro. Mare facendo si trovò dietro ad una fila di tartarughe Carretta Carretta che, per la loro lentezza, intasavano la corsia di marcia regolamentare. Mise la freccia e cominciò la manovra di sorpasso. Dopo poche energiche bracciate si accorse di essere inseguita da una volante di tritoni in divisa che le intimavano di accostare minacciandola con dei pesci martello. Lei decise di non farlo ed aumentò il ritmo di spinta. La volante fece lo stesso tallonandola da vicino, cercando di arpionarle i piedi con la fiocina d’ordinanza. Nives resistette e, nuotando furiosamente, riuscì ad alzare così tanta schiuma che gli inseguitori ne persero le tracce. Stremata giunse sul bordo del cassetto, vi si appoggiò per un attimo e poi, con le forze rimaste, si issò reggendosi al pomello, ne uscì e, velocissimamente, lo rimise sulle guide, ormai completamente ubriache, chiudendolo con una pedata. Poi corse in cucina dove, dalla credenza, prelevò del nastro isolante a prova d’acqua e, con questo, sigillò il cassetto del mare e, per sicurezza, anche l’anta scorrevole dell’armadio da camera.
Finalmente si sentì salva. Stremata si sedette sul bordo del letto e gli occhi si posarono nuovamente sullo specchio. Guardandosi bene constatò di essere un poco ingrassata durante l’inverno. La prova costume non era certo il caso di farla, ne avrebbe avuto sicura delusione. Decise di cambiare.
In fondo, un nuovo costume, magari di un altro colore, ancora, nonostante la crisi economica in cui, come tutti, si dibatteva, lo poteva comperare.

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