sabato 30 aprile 2011

Amnesia finale.

Si deve incominciare a perdere la memoria, anche solo brandelli di ricordi, per capire che in essa consiste la nostra vita. Senza memoria la vita non è vita. La nostra memoria è la nostra coerenza, la nostra ragione, il nostro sentimento. Senza di essa non siamo nulla.

Paola decise di aspettare l’amnesia finale, quella che avrebbe cancellato un’intera vita, come era successo a sua madre qualche tempo prima. Lo fece una mattina quando, alzandosi dal letto ed avvicinandosi alla finestra per aprirla, non riconobbe quello che apparve ai suoi occhi. Neppure si chiese cosa le stesse capitando, ne prese semplicemente atto.
Giovanni, come ogni bella giornata di sole, si accomodò sulla sedia a dondolo, in mezzo ai gerani, sulla terrazza. Aprì il giornale e cominciò a leggere. Poi si addormentò. Le parole scritte entrarono nella sua testa dalla porta di servizio e lui non ricordava di averne mai avuta una.
Anna cadde e si ruppe il femore. Nemmeno del dolore ebbe ricordo.
Mario uscì di casa vestito leggero, l’inverno, fuori, rise di lui.
Cesarina vagava per le strade del paese senza riconoscere quelli che incontrava, cercava qualcuno. Nessuno si fece trovare.
Alla fonderia ci fu un incendio terribile. Morirono in sette, uno urlando che non voleva morire.
Nessuno di loro aveva perso la memoria, tutti, la vita. I giornali e le televisioni ne parlarono per un po’. Poi passarono al calcio e all’Isola dei Famosi. In molti furono contenti di dimenticare.
Un ragazzo di nome Pancho, condannato a morte, insieme ad altri otto, per aver combattuto per la libertà, prima di essere appeso con una corda, con le mani legate dietro la schiena con del filo spinato, ad un albero, riuscì a sputare in faccia al suo aguzzino. Un suo compagno, pestato a sangue ma giudicato troppo giovane per venire ucciso, fu costretto ad assistere a quella barbarie. Ancora oggi lotta per non dimenticare, affinché Pancho non sia dimenticato.
Gino piantò un seme di girasole in un campo abbandonato. Il fiore venne bello diritto, alto. Crebbe così tanto da arrivare a toccare il cielo. Gino ci attaccò i suoi ricordi, certo che sarebbero diventati nuvole.
Un trapezista volò senza rete mancando la presa. La donna cannone pianse, il cassiere del circo aumentò il prezzo del biglietto.
Un noto imprenditore, diventato uomo politico, accusato di mille nefandezze si difese trincerandosi dietro dei non ricordo. Alla fine venne assolto per perdita della memoria. Collettiva.
Il sole dimenticò di accendersi e la terra sbagliò asse di rotazione. Ci fu molta confusione.
La memoria dei popoli andò a farsi benedire, persa nell’affanno dell’oggi.
Un uomo, uno solo, la conservò per tutti.
Fu lui che salvò il mondo.

2 commenti:

  1. Mi è piaciuto molto questo pezzo..anche se effettivamente mi intristisce un po'..
    A presto, Artemisia

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  2. Artemisia, grazie. Ti auguro un buon Primo Maggio. Ciao.

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